
antau ha scritto:p.s.: ... per intenderci, se un genio della lampada un po' snob mi dicesse: <Rispondimi subito e esaudisco il tuo desiderio: tra 3 secondi vorresti essere capace di dipingere come Leonardo o come questo sconosciuto di nome Riddik?>
Io risponderei il secondo....
antau ha scritto:...E io il contraddittorio lo colgo volentieriperchè sono commenti interessanti e la discussione mi piace.
Certo, chiamarle "illustrazioni un po' slavate" o "disegni colorati" è un po' forte, non credete?
Perchè, poi, cosa è un dipinto se non un "disegno colorato" dove il disegno può essere più o meno tracciato, può essere solo nella mente del pittore, può essere ben definito, può essere addirittura ombreggiato prima...? Prima di un dipinto c'è sempre un disegno, mentale o effettivo che sia.
A livelli di gusto posso capire benissimo il fatto che possa o meno piacere uno stile come questo; non comprendo invece lo sminuire lo stile come se fosse "più facile"...
Non credo esista uno stile facile per tutti; di sicuro questa è una pittura più veloce di quella fatta con le velature ma questo non vuol mica dire che è più facile; un pittore che ha imparato a dipingere con le velature probabilmente se viene costretto a dipingere con questo tipo di "pittura veloce" non sa neanche da dove iniziare per arrivare a certi effetti. Se qualcuno non gli insegna come arrivarci, non ci arriverà da solo o ci metterà molto tempo, un po' come succede per la tecnica classica.
Ecco che viene fuori il discorso della differenza di stile che non coincide mai con la maggiore o minore semplicità.... questa affermazione è una banalizzazione che viene fuori dalla vecchia scuola e che è spesso ricorrente in altri campi dell'arte. Prendete Pavarotti: è stato un tenore di spessore mondiale, uno dei grandi della storia del canto; ma nelle occasioni in cui sconfinava nella musica leggera, era oggettivamente poco ascoltabile, con tutto il rispetto per la sua indubbia grandezza. Ricordo benissimo la sua versione di "Caruso" del mitico Dalla: non credo di fare un torto al grande tenore sostenendo che la sua versione era rigida, lenta, pesante... pareva non finire mai. E questo non certo perchè Pavarotti non sapeva cantare ma solo perchè era costretto dalla sua stessa preparazione su certi binari che non erano quelli migliori per interpretare una canzone di musica leggera. Per Pavarotti era assolutamente difficile rendere bene quella canzone come probabilmente sarebbe difficile per Leonardo dipingere in questo stile.
Anche il discorso dell'impianto ritmico dell'opera è legato ad una visione un po' troppo focalizzata solo su un certo tipo di pittura; i quadri postati in questo spazio risentono evidentemente dell'influenza del cinema, di un tipo di visione non classica, di tutta una serie di regole di inquadratura che ai tempi della pittura classica neanche esistevano. E' normale che l'impianto non sia lo stesso.... non c'è "in scena" l'ultima cena o il giudizio universale, ma delle scene di vita quotidiana che riprendono molti stereotipi derivanti dal cinema western e li ripropongono in chiave pittorica.
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