“… Delle donne, dei cavalieri, delle battaglie,
degli amori,degli atti di cortesia,
delle audaci imprese io canto…”
Noti versi, tratti dal poema “dell’ Orlando Furioso”, che hanno segnato una pagina specifica della nostra Epica letteraria medievale …
… Manufatti e trascritti da monaci certosini , sulle antiche pergamene e tramandata fino ai nostri giorni .
Storie leggendarie narrate …
Apostrofate dalle gesta eroiche che si evolsero nella Francia di un Luigi XIII e dei suoi moschettieri
Athos, Porthos, Aramis, D'Artagnan, quest’ultimo innamorato di Constance Bonacieux, la guardarobiera
della regina … I protagonisti del celebre romanzo scritto da Alexandre Dumas, con il loro motto:
<<“ Dio salvi la Regina!...>>… e … << “Tutti per uno, uno per tutti “ …!>> …
… O, trasportandoci nell’ Inghilterra, nella mia impresa che sto per raccontarvi, ambientata intorno al
XIII° secolo, ai tempi di un Re Artu’ e dei suoi cavalieri, d’alto rango, della Tavola Rotonda …
… Atmosfere ed incantesimi surreali, dentro e fuori la corte di un castello, circondato dall’immensa Foresta
di Broceliande , di un’affascinante Bretagna Armoricana, a 40 Km da Renes e da Mont St. Mischel …
… Luogo in cui aleggia ancora, lo spirito irrequieto e misterioso di Merlino, al quale Artu’ si rivolgeva per
prediligere il futuro sul destino del suo regno, prevenendo ogni piccola cospirazione usurpatrice, che
avrebbe potuto costituire una minaccia per il suo trono e l’unione con la sua meravigliosa regina
Ginevra …
… Ma Ahimè …!
… Costei che segretamente, già lo tradiva, avendo una passionale relazione amorosa con uno dei suoi
cavalieri migliori riconosciuto in tutto il mondo e dei più fidati, quale fosse “Sir Lancillotto” (Launcelot du
Lac, padre di Sir Galahad ) …
… Noto anche per i suoi successi in amore conclusi talvolta con il rito “del matrimonio temporaneo”
presente nella tradizione celtica, che ne fecero il primo cavaliere della letteratura cortese … :
“ Colui che trafigge i cuori e abbandona donzelle, andandosene in giro per tutta la Bretagna …”[/i
Tuttavia, l’amore ch’egli provava per Ginevra , a lei confessato sul [i]"ponte Segreto", al confine della foresta di
di Broceliande ed ivi consumato, nonostante ella fosse la sua regina e sposa del suo migliore amico e
signore, la fedeltà che da allora egli le dimostrava dedicandogli tutto il suo amore, per rimediare a tutte le
sue frivolezze commesse in passato, lo rese degno di riscattare tutti gli amanti infedeli del mondo …
Ma in un giorno di primavera, quel magaccio d’un Merlino, consulto’ la sua sfera di cristallo e mostrò ad
Artu’, l’adulterio che i due amanti tramavano alle sue spalle …
… Trafitto da un profondo dolore, come se il dardo infuocato di una lancia o la sua spada nella roccia, gli
avessero strappato il cuore, il re si ritirò nella Templare cappella del santuario di San Giovanni, sulle sponde
di un laghetto chiamato lo “specchio delle fate”…
Ivi ci restò a meditare su quell’inaspettato doppio tradimento …
… Mai e poi mai, si sarebbero viste infrante le sue leggi dettate in un codice cavalleresco comportamentale
che risentivano ancora fortemente, di una tradizione religiosa e pagana …
- Non oltraggiare o compiere omicidio.
- Evitare l'inganno , il tradimento, l’adulterio.
- Evitare la crudeltà e concedere pietà a chi la chiede.
- Soccorrere sempre le dame e le vedove.
- Non abusare mai di dame e vedove.
- Mai ingaggiare battaglia per motivi sbagliati quali amore e desiderio di beni materiali.
… Di quel sir Lancillotto, uomo impegnato come "guerriero portatore di pace", in ogni sua
impresa crociata, nella difesa della cristianità, alla ricerca di quel “Santo Calice”, a cui
bevve Gesù il Nazareno e che conteneva il sangue dell’alleanza tra i popoli, ed evitare la
distruzione del mondo …
… Egli fu allontanato , non considerato più adatto alla ricerca
del Santo Graal e costretto all’esilio nella cosiddetta “Valle senza ritorno” destinata a tutti i
cavalieri infedeli …
La regina, fu rinchiusa, nella stanza più alta di una torre del “Castello di Trecesson”…
Dimora del “ Re Pescatore”, che poi ne divenne, come narra la leggenda, l’ultimo cavaliere
crociato custode, a cui fu affidato il Santo Graal …
Passavano gli anni …
… Il re stava invecchiando lentamente, ma il suo buon cuore, i suoi sentimenti, erano rivolti
al pensiero della sua regina che aveva fatto rinchiudere in quel castello …
… E così un giorno, si avvalse ancora una volta di Merlino, per sciogliere ogni incantesimo,
ed ogni suo tormento, perché si riemarginassero le sue ferite di
quell’imperdonabile tradimento …
… Così perdonò Ginevra, liberandola da ogni rimorso adultero, che ormai, le aveva
consumato col tempo l’anima, lo spirito e la sua angelica bellezza cherubina …
Artu’ la rivolle sul trono al suo fianco, ed il sereno tornò a risplendere sul volto di entrambi
e su tutto il regno Bretone …
… Al punto che, fu proclamata una gran festa, in onore della sua sposa, estendendola a tutti i
villaggi limitrofi e soprattutto oltre i confini, fino ai regnanti di Spagna e della vicina
Francia Provenzale …
Ne accorsero in molti, ed ogni sorta di esercito cavalleresco, per sfilare maestosamente
davanti al re ed alla regina, con i propri stendardi, e le spade sguainate in segno di saluto e di
riscatto, per aver assicurato il Santo Graal ai valorosi templari, ed aver vinto la battaglia in
terra Santa contro il famigerato Saladino …
… Giullari, salti in banco, cantastorie, artisti di strada ,giocolieri, ed ogni sorta di tesoro da
offrire a Ginevra …
… Dalla Costa Azzurra e nello specifico da Mandelieu, e La Napoule, interi carri addobbati
con i migliori fiori di tutta la Francia …
… Un fiore reale, il più ricco, che Artu’ potesse scegliere, trapiantare per sempre in un vaso
persiano, e donare a Ginevra per restituirle la giovinezza perduta …
… Inebriarla con il profumo dell’essenza, contenuta
nella ricchezza di una splendida “mimosa”, dai capolini globosi gialli intensi delicati e
brillanti come il Sole, dalla chioma alta, scomposta e non folta …
… Originaria di una lontanissima Tasmania, in Australia, come pianta
ornamentale che ebbe un facile sviluppo in Europa a partire dal XIX secolo dove tutt’oggi
prospera quasi spontanea …
… La mimosa che con i suoi racemi raccolti, esprimesse fin dal medioevo a tutt’oggi:
l’innocenza ; l’autonomia; il pudore e la sensibilità del “cor nobile e gentile”;
la libertà d’ogni donna di potersi esprimere ed il rispetto nei loro confronti ;
Le colonne portanti di ogni famiglia, fin dai primi loro riflessi e bagliori d’ogni risveglio
mattutino; il loro coraggio d’esser anche mamme, sacrificando la propria esistenza,
crescendo i propri figli, nutrendoli ed educandoli secondo quella " [i]Croce Cristiana[/i]" …
La mimosa, come il simbolo dell’amore puro, spirituale e platonico …
… Ma anche il fiore “di chi si ritrova”, come i nostri Artu’ e Ginevra, a dover superare
insieme, le insidie e le difficoltà di una vita coniugale …
… Che paradossalmente al nostro presente …
…” Continua ad essere una perpetua e quotidiana crociata d’altri tempi" ...
Quel vaso persiano, sul davanzale di uno dei suoi affacci reali, perché noi, come Artù,
rammentassimo per sempre, la delicata ed eterna purezza cristallina
d’ogni donna, non solo, nella sua ricorrenza di ogni decade di
primavera …
“Una mimosa per Ginevra …” olio su tela cm 30x40 …
… E’ dunque un’opera dedicata a tutte le donne, prime fra le quali mia moglie …
“ le vere regine”, del nostro cuore, della
nostra casa, della nostra famiglia, di Angeli custodi, che ci permettono ancora di godere
del loro respiro profumato alitato accanto al nostro cuscino, ad ogni crescere e tramontar del Sole …
… Perché le nostre mimose, non si sfiorano … nemmeno con un fiore" …
Con stima affetto e simpatia a tutte le mie colleghe artiste,
Vostro fedele cavaliere della "Tavolozza Rotonda" e dalla " Spatola nella roccia"
( Sir Vincenzo Fontanarosa)
