difetti del metodo pantanik
(sempre parere strettamente personale)
ci vuole una pazienza e una precisione da certosino, (e dato il mio carattere e il fatto che dipingo per divertimento, questa è per mè l’obiezione più importante)
dato il punto 1, per dipinti/soggetti complessi come ad esempio paesaggi, è semplicemente improponibile.
si dipende in maniera totale dalla foto/stampa di partenza
della foto di partenza, si è di fatto obbligati a riprodurne anche i difetti
considerati gli almeno quattro periodi di asciugatura, è un metodo ci vogliono tempi molto lunghi (per mè non è un problema, ma per altri potrebbe esserlo)
e infine, la risposta alla tua domanda originale, è possibile riprodurre tutti i colori di una normale tavolozza? avendolo inserito tra i difetti sai già la mia risposta, ma penso che valga la pena dettagliare.
non puoi ottenere tutti i colori, è impossibile. da wiki…..
Il sistema Pantone è stato messo a punto negli anni cinquanta per poter classificare i colori e "tradurli" nel sistema di stampa a quadricromia CMYK (ciano, magenta, giallo e nero) semplicemente grazie a un codice. I colori, coi relativi codici, sono quindi inseriti in un catalogo, denominato in italiano "mazzetta" o "tirella", dove è possibile "sfogliarli" e selezionarli.
mazzetta.
https://makeupocchiverdi.files.wordpres ... 330_xl.jpgLa critica ……. Un'altra critica si basa sul fatto che molti dei 1144 colori originali non possono essere ottenuti con una mistura di soli magenta, ciano, giallo e nero. Per risolvere questo problema la Pantone ha messo a punto un sistema di stampa, chiamato Esacromia, che aggiunge l'arancione puro e il verde smeraldo ai 4 colori originari; questo accorgimento, sebbene molto dispendioso da affrontare, risolve il problema solo in parte, in quanto per essere sicuri di poter riprodurre fedelmente ogni singolo colore si dovrebbe avere a disposizione una gamma di 13 colori base, più il bianco safe e il nero. Questo perché la mistura di un numero di colori superiore ai 7 genera inevitabilmente un abbassamento di luminosità.
http://it.wikipedia.org/wiki/Pantonecome già detto io non ho mai lavorato in esacromia, però a volte di stampavano brochure in cui si richiedevano specifici colori intensi e luminosi, allora si lasciava perdere le scatole di inchiostro dei primari, si passava a un altro set di inchiostri (non ricordo quanti barattoli erano) si selezionava il colore dalla mazzetta, dove era specificato in percentuale esattamente quanto inchiostro dovevi aggiungere alla miscela per ottenere un determinato colore, poi con una bilancia di precisione e una spatola ottenevi la miscela a colpo sicuro.
da notare che a occhio l’inchiostro così ottenuto non aveva l’aspetto “giusto”, la tinta corretta si otteneva solo una volta stampato per effetto della trasparenza dell’inchiostro stesso sulla carta rigorosamente bianca
questo implicava un rigoroso controllo della saturazione, e questo per noi operatori era la cosa più difficile da tenere sotto controllo, bastava che lo strato di inchiostro (saturazione) variasse di pochissimo nello spazio (sul foglio) o nel tempo (tra la prima e l’ultima copia) per buttare il lavoro. adesso ci sono i saturimetri automatici e che correggono praticamente in tempo reale.