grafite ha scritto:credo che facciate tutti e due confusione tra razionalizzazione e intuizione. la verbalizzazione di un significato intuito è pedanteria, non simbolismo, i significati intuiti in un segno di cui parlo sono universali perché sono preculturali, ne parla Betty Edwards in "disegnare ascoltando l'artista che è in te" ed anche in "disegnare con il lato destro del cervello", ma ne parla Goethe nella sua teoria dei colori, kandinsky in "linea punto superficie".
Mi rendo conto che indicare la tana del coniglio bianco senza accompagnarvi passo passo nel paese delle meraviglie è un po' una carognata ma se volete dipingere sul serio, è li che vi dovete andare a perdere ...
Allora diciamo la stessa cosa in termini diversi. Per me quelli di Kandinsky (o di altri esempi simili) non sono simbolismi ma la ricerca di una comunicazione universale ed elementare, comprensibile senza il filtro della cultura perchè fatta su base "istintuale". Anche gli alberi di Magritte, per fare un esempio, fanno parte di questi concetti elementari: chiunque guardi quella rappresentazione riconosce un albero anche se è estremamente diversa dall'immagine reale di un albero.
Il simbolismo invece, almeno per quel che ho sempre pensato io, è di fatto quella che tu chiami "verbalizzazione", cioè un concetto filtrato ed elaborato attraverso la mediazione della propria cultura di appartenenza e usato in maniera più o meno pedante e più o meno "sottotraccia". Il simbolismo è, al contrario dell'albero di Magritte o delle composizioni di Kandinsky, qualcosa di "nascosto" sotto una apparente realtà, comprensibile in maniera più o meno chiara solo a chi conosce i codici per coglierlo.
Il mio riferimento di prima era a quello che aveva detto Carlo, riguardo al pregare verso oriente che è quello che io considero un simbolismo, cioè qualcosa di comprensibile o incomprensibile a seconda della cultura di appartenenza.
Forse è solo una questione di termini.